LA VITA È UN TEATRO

Tempo addietro, alla fine di un laboratorio di teatroterapia, un ospite di una  comunita’, alla mia battuta      : “ Ragazzi, la vita è un teatro!:”,  mi rispose prontamente : “  E tu sei la prima attrice!”.

Scoppiamo tutti in una gran risata. Forse è vero. Su questo grande palcoscenico che è il mondo, in questo spazio temporale che viviamo, in questa vita, noi siamo attori e spettatori.

Una, nessuna e centomila sono le parti che interpretiamo che, se portate alla luce,se vissute consapevolmente, ci guidano alla scoperta della nostra vera essenza in un percorso conoscitivo di noi stessi.

Soltanto liberandoci dalle maschere imposte possiamo giungere al nostro vero volto.

E sono tanti i volti che ho incontrato durante il mio lavoro di conduttrice di laboratorio di teatroterapia.

La teatroterapia è una forma di arteterapia in cui vengono utilizzati alcuni principi di presenza scenica derivati dall’arte dell’attore.

Nel corso del tempo ,sono nate diverse forme di teatro terapeutico le piu’ importanti delle quali sono sicuramente lo psicodramma e la drammaterapia.

Sul valore terapeutico del processo drammatico molto è stato scritto.

Jacob Levi Moreno ( 1889-1974) , il fondatore dello psicodramma, vedeva nella “ catarsi” il  principale fattore terapeutico.

Difatti, una delle funzioni più importanti del processo drammatico è la generazione di eventi catartici.

Moreno recupera questo concetto da Aristotele( che ne parla come di un effetto che lo spettatore subisce) spostandolo sull’attore.

Nel rivivere, attraverso la rappresentazione, momenti della propria vita che presentano conflitti irrisolti, l’attore di psicodramma sperimenta un intenso flusso emotivo che gli permette di esprimere quelle emozioni legate all’episodio in questione che erano state represse.

E sono emozioni intense  quelle che viviamo durante i nostri incontri, emozioni di persone prima che di ospiti  di una comunità terapeutica che vivono un momento difficile della loro esistenza e che si impegnano a cercare, attraverso l’aiuto di professionisti del settore, una luce in fondo al tunnel del disagio esistenziale.

Il laboratorio di teatroterapia si articola in tre fasi.

La prima fase è quella della “fondazione”, fase in cui viene costituito uno spazio fisico e mentale in cui è possibile condividere una finzione come realtà.

La seconda fase è quella della “ creazione”, fase in cui l’immaginazione narrativa e scenica dei singoli e del gruppo , acquistano visibilità e comunicabilità attraverso il loro trasformarsi in storie e personaggi, in scene e ruoli.

La terza fase è quella della “condivisione”, fase in cui si dà un riconoscimento di senso al lavoro scenico svolto. Il gruppo celebra il termine del proprio viaggio ripercorrendone le tappe e i contenuti a partire dai propri vissuti.

Alcune delle tecniche del processo drammatico utilizzate durante il laboratorio sono volte a creare nel gruppo di partecipanti: comunicazione, coesione, creazione di relazioni, empatia e stimoli alla creatività.

Canto, danza, lettura di testi teatrali, memorizzazione ed interpretazione di poesie, improvvisazione a partire da una trama creata dagli stessi ospiti, scandiscono i tempi  del  laboratorio di teatroterapia. 

SI prosegue  con delle riflessioni scritte su di un quaderno personale che diventa un diario delle emozioni vissute, delle difficoltà incontrate, dei miglioramenti conseguiti, delle piccole conquiste raggiunte.

Riflessioni che poi vengono condivise con tutti i partecipanti.

Il laboratorio termina così come è iniziato, con un esercizio di rilassamento ed un applauso finale come nelle migliori rappresentazioni teatrali.

 Antonella Leone

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